Tre millenni di storia

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La preistoria: viaggiatori e pastori

Calenzano sorge nella pianura che si estende intorno a Prato e Firenze, zona ricca di acque e perciò propizia agli insediamenti umani fin dalle epoche antiche, quando la Calvana era probabilmente terra d'incontro tra pastori liguri e popolazioni villanoviane che abitavano la piana fiorentina e le colline sovrastanti, come hanno dimostrato scavi archeologici nell'area dell'aeroporto di Peretola e nella zona del Neto tra Settimello e Sesto

Gli Etruschi: principi e divinità

I primi insediamenti di una certa consistenza si devono agli Etruschi: il cippo etrusco di Settimello (VI-V secolo a.C.) e la statuetta in bronzo detta "dell’offerente" (480 a.C.) rappresentano le testimonianze più note dell’ormai avvenuta antropizzazione del territorio, coltivato a cereali con insediamenti sui rilievi (Artimino, Fiesole) e presso le rive dei fiumi (Gonfienti), dove si sviluppano centri commerciali legati alla viabilità fluviale e terrestre.

Lungo le strade di Roma

Alla dominazione etrusca si sostituisce quella dei Romani. Calenzano diventa un importante nodo viario per il passaggio della via Cassia, che collega Firenze con Pistoia e Lucca. Il toponimo Settimello si deve al fatto che viene a trovarsi proprio lungo tale via, al settimo miglio da Firenze, dopo i centri di Quinto e Sesto.
La presenza romana è testimoniata anche dalla toponomastica: tutti i toponimi che terminano con il suffisso "ano" sono di origine romana: Calenzano, Volmiano, Secciano, Salenzano, Vezzano.
Dalla Val di Marina, presso l’attuale frazione "La Chiusa", partiva l’acquedotto che gli ingegneri di Augusto e di Tiberio costruirono per rifornire d’acqua la vicina colonia di Florentia (I-II sec. d. C.).
In questa fertile pianura ai piedi delle colline vi si trovavano numerose ville, edifici signorili con terme, palestre ed opifici come testimoniamo i ritrovamenti archeologici fra cui una vasca di "cocciopesto", destinata probabilmente alla tintura dei tessuti, rinvenuta a Travalle e un ninfeo presso l’attuale chiesa di Settimello. Leggi - Le strade di ieri e di oggi

Il Medioevo: re, santi e pellegrini

La struttura delle pievi costituisce la prima forma di organizzazione del territorio dopo la fine del Mondo Antico ed all’alba del Medioevo. Tre sono le pievi storiche che segnano e caratterizzano con la loro presenza il territorio: San Donato, San Severo a Legri, Santa Maria a Carraia. Dal 1799 viene elevata al rango di pieve anche la chiesa di San Niccolò posta nel borgo del castello di Calenzano Alto. Leggi - Le pievi e la viabilità

Il Medioevo: all'ombra delle torri

Intorno alla fine del XI secolo castelli e torri si dispongono sul territorio e si affiancano alla più antica organizzazione religiosa delle pievi.
In posizione strategica, a dominare la fitta rete di strade che collegava la pianura intorno a Firenze con il Mugello ed i valichi appenninici, le rocche fortificate circondate da mura in pietra o in terra battuta e perfino da palizzate, dominavano la Val di Marina, simbolo minaccioso di una nuova aristocrazia aggressiva e spregiudicata ma anche vivace e fortemente intraprendente. Leggi - Il tempo dei castelli

Il Rinascimento: ville e signori

A partire dalla fine del Trecento, le mutate condizioni politiche della Repubblica fiorentina rendono ormai inutili le antiche fortificazioni.
Le vecchie strutture militari vengono quindi adeguate alle esigenze delle nuove famiglie fiorentine che costruiscono sul territorio imponenti fattorie alle quali spesso si affiancano splendide ville, simbolo di una nuova aristocrazia cittadina che fonda sulla ricchezza e sulla fedeltà alla famiglia dominante le basi del proprio potere. Leggi - Le ville-fattorie

La Toscana del 700: tra riforme e restaurazione

Mal governata dagli ultimi Medici e colpita da una grave crisi economica durante i secoli XVI e XVII, la Toscana, all'inizio del '700, presentava un aspetto desolante. La riforma attuata dal Granduca Pietro Leopoldo di Lorena investì anche Calenzano. Le grandi ville-fattorie divennero il perno centrale della produzione agricola. 

Dal dipartimento dell'Arno all'Unità d'Italia

Alla fine del '700, l'arrivo dei francesi e dei principi della Rivoluzione che essi portavano con sè, suscito grandi speranze di rinnovamento.
A Calenzano viene nominato il primo Maire (Sindaco) e viene trasferita la sede podestarile sulle rive del Chiosina  insieme alla caserma militare. 

Il novecento e il grande cambiamento

Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del secolo scorso Calenzano è un territorio rurale che poggia le sue fondamenta sulla mezzadria. Si producono cereali e si coltiva la vite da vino ma hanno iniziato ad impiantarsi anche le prime attività industriali come la lavorazione della paglia e della seta, le distillerie, le fornaci ed le attività estrattive.
In questo mondo dominato dall'agricoltura, dove i cambiamenti erano lenti e difficili, nei primi anni del '900 cominciarono tuttavia a manifestarsi i primi segnali di qualcosa che stavano cambiando, segnali che di concretizzarono negli anni precedenti allo scoppio della Grande Guerra, nella nascita delle prime cooperative di operai a Settimello e a San Donato, espressione di quei movimenti politici, sia cattolici che socialisti, più attenti alle esigenze ed alla difesa dei diritti dei più deboli.
Nel 1907 arriva a Calenzano l'energia elettrica. Il primo edificio ad esserne dotato fu Villa Peragallo e l'Allegoria della Musica e delle Arti Teatrali, dipinta sul soffitto del Teatro Manzoni, ricorda ancora oggi a tutti quell'evento allungando le braccia verso quella luce destinata ad illuminare il mondo.
Negli anni '20  viene costruita l'attuale sede del Municipio.
Il periodo del fascismo e dalla guerra ha segnato profondamente anche il nostro territorio. Nel novembre 1943 Calenzano viene occupata dall'esercito tedesco che stabilisce a Villa Peragallo il proprio comando. Sui Monti della Calvana e su Monte Morello cominciano la loro attività le prime formazioni partigiane. A Valibona si ha il primo scontro a fuoco tra un reparto fascista e i partigiani. Il 6 settembre 1944 Calenzano viene liberata.
Nel 1957 Calenzano viene definita "area depressa" ed è stata quindi soggetta a particolari benefici per l'insediamento di attività produttive. Questo, insieme alla presenza di una buona rete di collegamenti stradali ed al passaggio dell'autostrada del Sole, ha determinato la creazione di un importante sistema industriale fra importanti della Toscana. Leggi Villa Peragallo

La storia di Calenzano in biblioteca

Presso la CiviCa biblioteca comunale è allestita una sezione speciale in continua espansione che raccoglie tutte le opere riguardanti la storia, le tradizioni e la geografia di Calenzano e del suo territorio. Ospita testi sul territorio comunale,  tesi di laurea e tutto il materiale prodotto nell’ambito delle iniziative locali.