Parlare delle diverse sedi che, nel corso dei secoli, hanno ospitato il governo di Calenzano vuol dire ripercorrere la storia del territorio attraverso i principali avvenimenti che lo hanno interessato.
La sede del XIII secolo
Risale probabilmente alla metà del XIII secolo la costruzione di una prima sede del potere locale, un palazzotto podestarile, o pretorio, che sorge nel cuore dell’antico cassero di Calenzano.
Nel centro dell'attuale castello, lungo la strada maestra che risalendo dal ponte alla Valle attraversa la collina per poi dirigersi verso la Pieve di San Donato, ancora oggi notiamo un edificio che presenta le caratteristiche tipiche dei palazzi comunali di quel periodo.
Nel palazzo risiedeva il podestà e vi si riunivano gli Otto Consiglieri, eletti come il Podestà per sei mesi con il compito principale di decidere e raccogliere le imposizioni fiscali, il camarlingo (tesoriere), il messo, il banditore, i pennonieri ed il gonfaloniere.
Questo edificio diventa così il simbolo del dominio fiorentino su Calenzano, un dominio politico ed economico da parte della nascente aristocrazia fiorentina che fa del controllo sul contado la base del proprio potere: un contado che deve fornire alla città non solo beni, ma anche uomini e per questo viene riorganizzato militarmente.
Al vecchio impianto basato sulle pievi rurali, si sostituisce ora un assetto amministrativo e di controllo territoriale al cui capo c’era un Capitano coadiuvato, per quanto riguarda l’amministrazione civile, da un Podestà nominato dal Comune di Firenze.
I podestà, che avevano comunque un’autonomia piuttosto limitata che esercitavano sulla base di uno Statuto, una sorta di codice penale e civile che regolava la vita della comunità, risiedono a Calenzano per circa 3 secoli.
La Podesteria (secc. XV-XIX)
Cardine della difesa del territorio fiorentino per tutto il Trecento, il Castello di Calenzano aveva difeso più volte la città dagli attacchi dei ghibellini lucchesi guidati dal Castruccio Castracani, dalle milizie mercenarie milanesi guidate da Giovanni da Oleggio e dagli assoldati inglesi e pisani guidati da ser John Hackwood.
I segni di questi avvenimenti erano ben evidenti sul territorio e in particolare le strutture di difesa del castello erano state messe a dura prova.
Il comune di Firenze aveva così intrapreso una politica di ripopolamento del borgo fortificato con la costruzione di nuove mura per inglobare all’interno di esse anche quello che fin dalla metà del XIII secolo era conosciuto come Borgo di Sotto, vale a dire un gruppo di abitazioni nate al di sotto della strada che attraversava la collina (attuale via del Castello) ed unire così tra loro le due porte fortificate costruite a protezione della stessa strada.
Il mutato assetto urbanistico del borgo spinse probabilmente a cercare un luogo più idoneo ad ospitare la sede podestarile.
All’inizio del XV secolo fu costruito il nuovo edificio, denominato nei documenti come Palazzo o Casa della Loggia, struttura che, posizionata sulla piazza che si apriva davanti alla chiesa di San Niccolò, rendeva immediatamente riconoscibile la sede del potere amministrativo locale.
Dalla loggia quattrocentesca, oggi situata all’interno di un cortile a cui si accede da un grande arco sormontato dallo stemma della famiglia Ginori, si entrava nelle stanze interne della podesteria attraverso una scala in pietra che portava all'aula consiliare del primo piano.
Questa loggia, la piazza conosciuta come il Prato e la chiesa di San Niccolò rappresentavano il cuore della comunità tanto che il loro decoro doveva essere assicurato: gli Statuti comunali del 1411 sono così costretti ad occuparsi Che non si possi legare bestie nelle logge del Comune n’ manco giocare Et perché molte persone legono le loro bestie nella loggia del comune dove si tiene ragione e fannovi brutture et perché quivi sono due figure della Nostra Donna.
Dopo il 1577 il palazzo del podestà passa alla famiglia Ginori, nel quadro di un piano di accentramento nelle proprie mani di gran parte delle proprietà immobiliari del castello: è logico che ambissero anche a entrare in possesso della parte più nobile ed antica di esso.
Solo all’inizio del secolo successivo l’edificio passa agli Arrighetti per via dotale. A quell’epoca la villa doveva appartenere a Filippo di Luigi Arrighetti (1582-1662) prelato ed allievo di Galilei. I beni del canonico Arrighetti passarono poi ai nipoti Luigi ed Alamanno di Francesco de’ Medici.
Sono questi anni di decadenza per il Castello di Calenzano. La nascita dello stato territoriale mediceo provoca lo smantellamento progressivo delle strutture militari del castello e la trasformazione dello stesso in centro di produzione agricola, decadenza che sul piano amministrativo porta Calenzano a ricadere sotto la limitrofa Podesteria di Campi Bisenzio fino alla metà del XVI secolo, quando con le riforme volute da Cosimo I, la carica di Podestà di Calenzano fu assolta definitivamente da un notaio del Podestà di Campi che andava a rendere ragione a Calenzano una o due volte alla settimana.
La Mairie
Nel 1809, a seguito del dominio francese, Calenzano entra a far parte del Dipartimento dell’Arno e, staccato da Campi, viene amministrato autonomamente da un Maire (Sindaco).
La sede podestarile viene trasferita il località Chiosina, una zona più "urbanizzata" tra Settimello e Calenzano, più facile da controllare e da raggiungere dalla città per eventuali rinforzi necessari per controllare le frequenti rivolte della popolazione rurale che mal sopportava i nuovi conquistatori.
La scelta di questa zona si deve probabilmente anche al fatto che il primo Maire di Calenzano fu il farmacista Giuseppe Cecchi, padrone di tutto il gruppo di case che comprendeva il palazzo della Mairie, gli alloggi delle truppe, la farmacia dello stesso Maire e la bottega del fabbro.
Al Cecchi successe il dott. Giuseppe Frittelli che, nel 1813, spostò la sede della Mairie riportandola nella vecchia sede di Calenzano Alto (Villa Arrighetti) dove vi rimase per circa 40 anni.
Il Comune vecchio
La localizzazione si trovava in località Carpugnane, tra l’antico Castello e la pieve di san Donato, i centri storici del territorio, e la nuova frazione di Settimello, che rappresentava la parte più consistente e dinamica del comune e per la quale era previsto un brillante futuro legato allo sviluppo delle imprese industriali dei Ginori, prima fra tutte la vicina fabbrica di porcellane di Doccia, fondata solo un secolo prima e già fiore all’occhiello dell’industria toscana.
Il progetto del nuovo edificio fu affidato all’arch. Fiorentino Enrico Guidotti, mentre i lavori di muratura, a fronte di una cifra di L. 10.435, affidati al mastro muratore Giovacchino Pecchioli del Popolo di Santa Lucia a Settimello
Questa prima sede comunale funzionò dal 1855 fino al 1936 quando fu soppiantata dalla nuova voluta dall’Amministrazione fascista.
Piazza Vittorio Veneto
I motivi alla base della scelta di portare verso Settimello il centro della comunità di Calenzano si rivelarono fallaci: Settimello non ebbe quella crescita demografica che ci si aspettava e le scelte industriali dei Ginori più che sul territorio di Calenzano beneficiarono quello di Sesto.
La popolazione di Calenzano cresce progressivamente e si concentra nell’area attualmente conosciuta come "Il Donnini".
Lo sviluppo del nuovo centro di Calenzano è strettamente legato alle attività agricole, tra cui quella della paglia. Nel 1896 a Calenzano (abitanti 7124), su 2550 lavoratori censiti nel mondo della lavorazione della paglia vi erano 1 negoziante, 1 esportatore (Leopoldo Carmignani) e 24 fattorini (imprenditori senza fabbrica con un ruolo di intermediario fra lavoratori e commercianti), fra cui appunto Torello Donnini che divenne fabbricante ed esportatore di trecce e cappelli e costruì, nel 1881, la prima casa dando il nome alla zona.
Parallelamente ai successi del Donnini ed al crescere dell’industria della paglia si sviluppa la nuova frazione di Calenzano che porta il regime fascista alla decisione di abbandonare la sede di Chiosina, ritenuta inadeguata ai fasti del nuovo regime, per dare al comune una sede più degna e decorosa, rappresentativa del nuovo potere.
Il podestà di Calenzano Luigi Torri nel 1927 affida all'ing. Angelo Marchi di Firenze l'incarico di preparare un progetto per la costruzione di un edificio ad uso di sede comunale
Così, su un terreno che apparteneva alla chiesa di San Niccolò, sul piazzale del Donnini a tergo del monumento ai caduti in guerra, con la facciata principale sul piazzale stesso e parallela alla Via Vittorio Emanuele, con una cifra stanziata dall’Amministrazione di lire 512.000, si cominciò a costruire la nuova sede comunale ad opera della società Società Anonima Cooperativa Muratori di Sesto Fiorentino. Il nuovo palazzo fu ultimato il 5 settembre 1936 e poco dopo inaugurato.
Negli anni '80, con l'aumento della popolazione e dello sviluppo socio-economico del territorio, la sede di piazza Vittorio Veneto non era più sufficiente ad accogliere tutti i diversi uffici che devono adempiere alle aumentate funzioni amministrative assegnate ai Comuni.
Per questo vengono istituite due sedi distaccate: quella di via Giotto, dove hanno attualmente sede gli uffici socio-culturali e la biblioteca comunale, e quella di via Firenze, dove si trova il Comando della Polizia Municipale.
Nel tempo si viene tuttavia a manifestare l'esigenza di riunificare le varie sedi e, al contempo, realizzare un nuovo polo amministrativo che riesca anche a favorire la riqualificazione complessiva del centro cittadino.
Il nuovo polo istituzionale
In questa direzione, nei primi anni 2000 viene acquistato un immobile, situato in via Roma a confine con il piazzale posteriore del Municipio, dalla famiglia Biancalani titolare dell'omonimo negozio di arredamenti.
L'immobile viene completamente demolito e i lavori per la realizzazione del nuovo edificio pubblico, a seguito di un progetto di finanza pubblica, vengono affidati ad gruppo di imprese calenzanesi formato dalle ditte La Calenzano Asfalti, Martini Roberto e Immobiliare Faro. La progettazione è invece affidata all'arch. Fabrizio Donzellini, sempre di Calenzano.
Il nuovo edificio viene inaugurato il 15 luglio 2011. Vi hanno sede gli uffici tecnici del Comune e quelli di maggior contatto con l'utenza oltre al presidio dell'Azienda Sanitaria.
Nel 2020, in un nuovo edificio situato in prossimità delle due sedi comunali, è stato trasferito anche il Comando della Polizia Municipale riaccorpando così in un'unica zona tutte le funzioni amministrative del Comune.