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La testimonianza di Kitty Braun alle scuole medie per il giorno della memoria

Inviato da Salvo Scala il 3 Febbraio 2022

Due ore di domande e scambi. Braun: quando vi danno degli ordini, valutateli con la vostra testa, perché non sono sempre buoni

2 febbraio 2022 – Cinquecento ragazze e ragazzi delle scuole medie sono stati collegati questa mattina con Kitty Braun, sopravvissuta all’Olocausto. Due ore di domande e scambi, per approfondire la storia letta nel libro “La mia Testimonianza”, durante la diretta organizzata dal Comune e dall’Istituto Comprensivo in occasione del giorno della memoria.

L’incontro è stato introdotto dal Sindaco Riccardo Prestini, dall’assessore alla Pubblica istruzione Laura Maggi e dalla dirigente scolastica Cinzia Boschetto. Poi la parola è passata agli studenti e a Kitty Braun.

Conoscere, ricordare e capire la storia è essenziale affinché sia evitato il riproporsi dell'esperienza terribile della guerra – ha detto il sindaco -, dell'affermazione di ideologie fondate sulla discriminazione, l'intolleranza, l'odio e la negazione della dignità umana. Il racconto di Kitty Braun è un'alta testimonianza, etica e morale, una lezione di vita che chiede a tutti noi un impegno attento e costante per preservare e far crescere i valori universali di libertà, pace, democrazia, rispetto della dignità altrui che non sono dati per sempre. Sono queste le idee e i valori per i quali, i testimoni diretti di quella lontana esperienza terribile come Braun, ci spronano ad impegnarci e a praticare con determinazione a partire soprattutto da voi ragazzi che siete il futuro della nostra società.”.

La dirigente scolastica Cinzia Boschetto ha ricordato l’importanza della storia: “È fondamentale, perché ci permette di analizzare la realtà che ci circonda. L’Olocausto, per quanto sia inconcepibile alla ragione, è stato creato dall’uomo e, come dice Primo Levi, se è successo una volta, può succedere ancora”.

Tante sono state le domande rivolte a Kitty Braun, sia preparate durante il lavoro fatto in classe sia in maniera spontanea nel corso della testimonianza. “Avevo otto anni – ha raccontato Braun – e quello che mi chiedevo sempre era: perché? Mi chiedevo cosa avevo fatto io per stare in prigione, perché mi offendevano, perché picchiavano mia madre, perché mi tagliavano i capelli, perché mi toglievano la dignità. Non riuscivo a capirlo. Oggi so perché lo hanno fatto, lo capisco ma non li perdono e a voi ragazzi dico che, se vi danno degli ordini, valutateli prima di eseguirli, perché non sono sempre buoni”.

Nelle conclusioni l’assessore Maggi ha messo l’accento sull’importanza delle parole: “Le parole hanno un potere, bisogna stare attenti a quelle che ascoltiamo e a quelle che diciamo. Il genocidio è stato possibile proprio manipolando le parole e noi lo affrontiamo oggi con parole diverse. Pensando a Kitty Braun me ne vengono in mente due in particolare. Calma e pace, quelle con cui lei riesce a trasmettere il suo vissuto alle giovani generazioni”.